Martedì 17 giugno 2008 alle 18.15 circa, ci sara\’ una diretta telefonica sull\’ emittente Radio Press di Cagliari, con Pino Masciari, la radio puo\’ essere ascoltata on line tramite il seguente link:
www.radiopress.it/radiopresslive.html
Sara\’ possibille mandare SMS durante la diretta, tramite il numero: 340 0644033.
(AGI) – Vibo Valentia,2 giu. –“L’eliminazione del pentito Michele Orsi, avvenuta ieri a Casal di Principe per mano della Camorra, qualora ve ne fosse stato bisogno, sta dimostrando davvero, che siamo all’inizio di una vera e propria mattanza, una offensiva della criminalità organizzata contro chiunque osa denunciare, ribellarsi, siano essi pentiti, collaboratori di giustizia, testimoni di giustizia, sotto gli occhi assenti dello Stato che non reagisce, non provvede alla protezione. A questo punto penso che è arrivata l’ora che il Ministro dell’Interno Maroni a cui chiederò di essere ricevuto, si faccia carico di questo gravissimo problema ed intervenga con decisione prima che sia troppo tardi, se davvero si ha a cuore, come da annisi va sostenendo, la sconfitta della criminalità”. Ad affermarlo l’ex imprenditore calabrese Pino Masciari, uno tra i più importanti testimoni di giustizia che con le sue denunce ha spedito in galera numerosi esponenti della “ndrangheta,di ritorno da Casal di Principe dove si è recato con una delegazione di suoi sostenitori per deporre un fiore sulla tomba di Domenico Noviello, anch’egliassassinato dalla Camorra e stringere la mano alla moglie e ai figli e che ha detto di temere per la sua vita.
Si precisa che in data 27 ottobre 2004 è stata notificata a Giuseppe Masciari, una deliberazione del Ministero Degli Interni che prevedeva la revoca del suo programma di protezione.
Masciari ha impugnato tale delibera presso il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio e da allora usufruisce del programma di protezione nelle more in attesa di un pronunciamento del TAR.
Ciò che oggi lamenta Masciari è comprovato dalla Relazione sui Testimoni di Giustizia che l\’ultima Commissione Parlamentare Antimafia ha approvato all\’unanimità il 20 febbraio 2008, relatore Angela Napoli
"Lo spaccato emerso appare evidenziare come i testimoni di giustizia siano i primi a sperimentare sulla loro pelle quelle gravi cadute di efficienza del sistema, dovute spesso a inettitudine, trascuratezza e irresponsabilità."
"Occorre un mutamento di mentalità e metodo, una diversa filosofia nell\’approccio alla figura del testimone che va visto non come un "peso" ma come una "risorsa"." "Occorre contrastare un modus operandi basato sulla convinzione che l\’elargizione delle somme di denaro -talvolta rilevanti- possa risolvere qualsiasi tipo di problema dei testimoni, assumendo una sorta di significato liquidatorio rispetto ad ogni obbligo dello Stato."
Il problema centrale resta la farraginosità del sistema di protezione e l\’assenza di efficaci misure di sicurezza.
Peggio ancora è quello che può accadere a un Testimone di Giustizia quando il programma viene revocato e le istituzioni declinano le loro responsabilità.
I testimoni vengono liquidati e lasciati soli, esposti al rischio di ritorsioni e vendette come di recente è accaduto a Domenico Noviello che nel 2001 denunciò i suoi estorsori e uscì dal programma di protezione nel 2003.
TESTIMONI GIUSTIZIA. PINO MASCIARI. “TEMO DI FARE LA FINE DI NOVIELLO”
– Vibo Valentia, 17 mag. – “Temo di fare anch’io la stessa fine che ha fatto Domenico Noviello, l’imprenditore di Castel Volturno, ucciso dalla camorra per essersi ribellato al pagamento del pizzo e con le sue denunce ha mandato in galera i suoi estorsori” Ad affermarlo Pino Masciari, l’ex imprenditore calabrese, uno dei più importanti testimoni di giustizia, al pari di Novello lasciato senza programma di protezione dopo aver servito la giustizia e lo Stato. “Dicono sempre la stessa cosa, quando per qualcuno di noi arriva la camorra o la “ndrangheta a punirti. Dicono che si era fuori dal programma di protezione. Ma perché, mi chiedo, ci deve mandare al macello quando si sa che sia la “ndrangheta sia la camorra non scherzano. “Ho chiesto scorta e tutela, ma come risposta mi hanno tolto il programma di protezione – ha aggiunto Pino Masciari – costringendomi a ricorrere al Tar, ma ohimè! Nemmeno il tribunale amministrativo si decide a dare una risposta. E poi Gerardo Dominianni, il magistrato che proprio ieri in un comune del vibonese, ha disposto il fermo di sei presunti estorsori, dichiara che tutti gli imprenditori pagano il pizzo. La risposta è semplice – continua Masciari – E’ perché sembra che sia proprio lo Stato a volerle così, altrimenti si dovrebbe comportare meglio verso coloro che si ribellano. Non è giusto, non è umano che ciò avvenga”. Pino Masciari, l’imprenditore vibonese di 49 anni, che 11 anni fa denunciò e mandò in galera, costituendosi anche parte civile, gli esponenti delle più pericolose cosche calabresi, da allora è stato inviato unitamente alla moglie e i due figli piccoli in una località protetta, si fa per dire, come lui ama dire ironizzando. “In effetti si è trattato – aggiunge amaramente di un vero e proprio esilio, una deportazione, mentre io ho chiesto sempre di essere reinserito nel lavoro, come unica ed efficace risposta dello Stato contro la “ndrangheta”. Un mese fa Pino Masciari, come segno di protesta, senza scorta è ritornato in Calabria dove ha tenuto una serie di conferenze sulla legalità. Adesso è in giro per l’Italia accolto ovunque con tutto il rispetto che merita, la città di Torino, gli ha concesso la cittadinanza onoraria ed altre città stanno per farlo. Si stanno organizzando ovunque dei gruppi e per i prossimi giorni ha annunciato azioni di protesta eclatanti. Intervista a Michele Garrì
Pino Masciari e Marisa hanno potuto esercitare il diritto al voto in sicurezza nella loro Serra San Bruno.
Tornare nella loro terra è stato emozionante per loro e per noi che li abbiamo accompagnati.
Questa volta non abbiamo seguito la carovana delle macchine di scorta come al solito. Troppo rischioso, strade impervie, salite, ogni macchina che compare nello specchietto retrovisore cattura la nostra attenzione. Ogni sguardo rivolto verso di noi ci mette in allerta.
Arrivati a Serra San Bruno raggiungiamo Pino e famiglia, sono in compagnia delle nonne che Francesco e Ottavia incontrano per la seconda volta. Nonna Masciari ringrazia tutti voi che state vicini a suo figlio, ha gli occhi lucidi, non sa cosa dire e nemmeno noi.
Fuori ci sono gli uomini della scorta, come si vede dalle immagini sono in allerta con le armi in pugno, quando Pino esce in strada alcuni paesani si avvicinano, lo salutano, lo incoraggiano, molti si girano dall\’altra parte.
Ci rechiamo al seggio elettorale, Pino constata con soddisfazione che lo Stato gli garantisce di recarsi alle urne in sicurezza.
Si avvicinano alcuni giovani, di quelli a cui Pino sa parlare, di quelli che vedono un modello in lui e non in Provenzano, anche loro lo incoraggiano.
Pino vuole assolutamente portarci nella sua casa, quella che ha abbandonato il 17 ottobre del 1997 fuggendo in fretta e furia, per essere deportato in altra regione entrando nel programma di protezione.
Entriamo, ci si prospetta la classica casa fantasma, alcuni oggetti sono li al loro posto come appena usati, ricoperti di polvere. Mancano le porte, alcuni mobili, qualcuno ha approfittato dell\’assenza degli inquilini…
Pino rovista negli armadi… "chissà dove sono le fotografie" in una stanza c\’è un lettino, un box per bimbi e alcuni giocattoli.
Vediamo mobili di pregio, capiamo quelle che erano le sue proprietà, a quante persone dava lavoro, il rispetto con cui trattava i suoi operai.
Quello di cui sente la mancanza non sono le proprietà ma gli affetti familiari e i profumi della sua terra.
Marisa ci racconta che proprio qui sotto hanno dato fuoco alla sua auto…
Vediamo anche l\’attrezzatissimo studio dentistico di Marisa, un altra casa fantasma piena di polvere e ragnatele.
Quanta economia è andata in fumo grazie alla distruzione della vita dei Masciari?
Visitiamo anche la certosa di Santa Maria del Bosco, un posto fantastico di cui i Masciari constatano il degrado "…qui andiamo sempre peggio…"
A pranzo non possiamo rimanere a Serra San Bruno, troppa tensione per tutti, vedere i mitra in mano agli uomini della scorta non è certo rassicurante.
Corriamo in dicesa verso Vibo Valentia, è difficile star dietro alle macchine della scorta ma non stiamo certo facendo una gita…
Nel pomeriggio andiamo in albergo e crolliamo per la troppa tensione accumulata, Pino no… continua a muoversi, a parlare a telefonare, è un leone in gabbia come sempre…
Ogni giorno passato qui mi fa capire quanto grande e importante fosse l\’imprenditore Giuseppe Masciari, spesso mi dico che se avesse pagato quelle percentuali che gli venivano chieste, oggi avrebbe una vita agiata…
Quello che mi rimane più impresso di questa giornata, è lo sguardo… quello di Marisa che più volte mi guarda negli occhi e mi chiede "cosa dici? siamo stati degli scellerati a fare questa scelta? a perdere tutto per non piaegarci alla \’ndrangheta?"
Ci sono altri due sguardi che mi rimangono impressi, quelli di Francesco e Ottavia con noi sballottati in questa intensa gionata…
Rispondete al dubbio di Marisa commentando questo post, ha bisogno di sentirlo da tutti voi…
Oggetto: Comunicato stampa imprenditore Pino Masciari, testimone di giustizia.
Dopo sei giorni dal mio rientro in Calabria, voglio esprimere la mia gratitudine verso chi si è già mobilitato e si sta mobilitando in queste ore per starmi vicino: ringrazio i presidi e le mobilitazioni davanti alle prefetture delle città di Torino, Vercelli, La Spezia, Asti, Napoli, Trento, Taranto, Ferrara e Bari e quanti mi hanno pubblicamente sostenuto.
Esorto tutti i settori produttivi calabresi, imprenditori, commercianti e cittadini ad assumere una posizione netta ed un ruolo attivo e concreto nella lotta contro l’arroganza mafiosa tramite la denuncia.
Ho intrapreso questo viaggio perché credo fermamente che le Istituzioni possano garantire i diritti miei e della mia famiglia. Non mi muoverò dalla Calabria finché ciò non avverrà e resto fiducioso che il vice Ministro Marco Minniti sarà decisivo nella risoluzione della mia vicenda che nel frattempo ha registrato un potenziamento della mia sicurezza in Calabria così come l’attivazione delle misure di sicurezza per mia moglie e i miei figli presso la località segreta.
La risoluzione del mio caso significherà non solo libertà per Pino Masciari e per la sua famiglia, ma un messaggio di riconoscimento dei diritti di tutti i cittadini che affrontano battaglie di libertà e giustizia nella legalità.
Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io. Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io. Luigi Pirandello