Il periodo di apparente tranquillità è passato. Per i testimoni di giustizia Giuseppe Grasso e Francesca Franzè, si torna nel limbo dell’inferno, della sofferenza. Giorno dopo giorno partono relazioni di ammonimento che nella migliore delle ipotesi si traducono in richiami ufficiali e diffide da parte degli uffici competenti. Anche se non mancano le denunce e gli arresti, quando il testimone di giustizia finisce per litigare con qualcuno della scorta. Una situazione difficile, che assume dei contorni a dir poco grotteschi perché un testimone di giustizia, che ha denunciato e fatto arrestare esponenti delle cosche e del clan Mancuso, con processi ancora aperti e con sentenze di condanna già incassate, viene trattato come un pacco da scaricare ad ogni costo. Una pratica da archiviare. (…)”

Gazzetta del Sud, venerdì 25 luglio 2008

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