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Sollecitiamo l’attenzione del Ministro Maroni

Gli amici di Pino Masciari di Pordenone e Venezia lanciano l\’iniziativa di spedire al Ministro Maroni, una lettera in cui si richieda di ricevere Pino Masciari al fine di trovare una soluzione soddisfacente a questa tormentata vicenda.

Invitano tutti gli Amici di Pino Masciari a sostenere tale richiesta inviando a loro volta la lettera ai seguenti recapiti specificando la città di provenienza e il proprio nome:

Mail: maroni_r@camera.it

Fax: 0646549815 (segreteria del Ministero dell’Interno) 

 


All\’attenzione del Ministro degli Interni 

 

On.le Roberto Maroni 

 

Io sottoscritto cittadino Italiano, che crede ancora nei veri valori come la giustizia e la legalità,  sono sconcertato perché a conoscenza della grave e vergognosa condizione in cui si trova Giuseppe  Masciari e la sua famiglia, di cui illustro brevemente la storia:  

 

Giuseppe (Pino) Masciari è un imprenditore edile calabrese di Serra San Bruno (Vibo Valentia), nato a Catanzaro nel 1959. 

 

E’ sottoposto a programma speciale di protezione da parte del Ministero dell’Interno dal 18 ottobre 1997, unitamente alla moglie Marisa, medico odontoiatra, e ai loro due figli Francesco e Ottavia di 13 e 11 anni, in seguito alle sue denunce, facendo nomi e cognomi contro la \’ndrangheta e parte delle sue collusioni politiche e infiltrazioni all\’interno delle istituzioni.
Purtroppo per loro è iniziato un calvario che sembra non aver fine, nonostante siano passati 11 lunghi anni.

 

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Lettera di Salvatore Borsellino al Ministro Maroni per il caso Masciari

Borsellino, il fratello del Giudice, prende posizione e chiede incontro al Ministro Maroni per soluzione urgente del caso dell\’imprenditore e testimone Pino Masciari

L\’Imprenditore-Testimone di Giustizia Giuseppe Masciari, che da undici anni vive in un pericoloso limbo istituzionale dopo aver denunciato e fatto arrestare mafiosi, politici e magistrati collusi con la n\’drangheta, apprende con gioia e speranza la forte presa di posizione del fratello del giudice Paolo Borsellino, Salvatore, che con una lettera al Ministro dell\’Interno Roberto Maroni ha chiesto in via estremamente urgente un incontro tra il ministro stesso e la famiglia Masciari per trovare una soluzione immediata all\’imbarazzante situazione di un imprenditore e della sua famiglia che vive nell\’insicurezza solo per aver fatto il proprio dovere.

Di seguito la lettera inviata da Salvatore Borsellino al Ministro dell\’ Interno Maroni.

 

 

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Lettera di un Testimone di Giustizia

\"\"Alla cortese attenzione di Pino Masciari:
 

Come d\’accordo ci vedremo domenica, spero che incontrandoci possa nascere una bella amicizia sincera ed affettuosa.

Io caro Pino in te vedo una persona piena di risorse è d\’iniziative, forse io al tuo posto e soprattutto dal 1997,  non avrei sopportato tutti i disagi del programma di protezione.

Ti dico, come già tu sai, le cose adesso non sono poi tanto cambiate, ma forse migliorate, ma sai che siamo persone abbandonate ed isolate da tutti senza amici senza parenti e pieni di tristezza lasciati in una abitazione di fortuna, perchè le abitazione offerte a noi testimoni di giustizia sono lo scarto.

Caro Pino la situazione è tragica perchè per persone come noi che hanno sempre lavorato in proprio, oggi ritrovarsi con un contributo che mi vergogno solo a dirlo è poco più di 1800,00euro non so che senso hanno avuto i sacrifici fatti da me e da mia moglie. Tutte le sere penso che ho perso tutto  cioè la libertà, la casa, la mia concessionaria, il bar di mia moglie, ma soprattutto sono stato costretto a scappare dalla mia terra come un miserabile, alle sei del mattino lasciando tutto il concreto verso l\’incertezza che oggi come oggi vedo nello Stato. 

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Un ragazzo di Catanzaro ha scritto a Romano Prodi

17 Agosto 2007

Piombo da esportazione

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foto da spiegel.de

Duisburg ha dimostrato che la nostra esportazione tira ancora, esportiamo piombo e mafie. In Italia il mercato è saturo. La Comunità europea è uno sbocco naturale.
Un ragazzo di Catanzaro ha scritto a Romano Prodi e al blog una lettera. E\’ un segnale di speranza. Ragazzi di Calabria non siete soli.

\”Egregio sig. Presidente del Consiglio,
ho ascoltato il Suo appello lanciato attraverso i tg nazionali e rivolto ai giovani calabresi, all’indomani della strage di Duisburg, con cui li esortava a reagire alla N’drangheta. Mi sono sentito chiamato in causa, in quanto giovane e calabrese (ho 34 anni, vivo e lavoro a Catanzaro) perché i fatti di Duisburg mi hanno colpito profondamente e poi perché vorrei lanciare io due appelli: uno ai miei conterranei e un altro a Lei in qualità di capo dell’Esecutivo.
Ai calabresi vorrei dire che noi giovani siamo stufi di subire questo stato di cose e che poiché siamo assolutamente consapevoli che spetta a ciascuno di noi iniziare a dire no, iniziare a difendere questo territorio perché ci appartiene, è arrivato il momento di cambiare registro. Dobbiamo iniziare innanzitutto a percepirci come esseri umani, come cittadini e non come sudditi privi di diritti. Abbiamo il diritto di vivere in una regione civile. E’ emblematico come, ad esempio, quando si parla di turismo nella nostra regione, ci si lamenti sempre della carenze, come l’inquinamento e la disorganizzazione ma anche dei danni all’immagine causati da questi efferati omicidi, solo in funzione dei potenziali turisti come se i residenti non meritassero la stessa considerazione. Non ci lamentiamo perché non ci piace vivere in queste condizioni ma perché nell’eventualità in cui arrivassero dei turisti rischieremmo di fare una brutta figura. E noi che ci viviamo? Non abbiamo diritto di vivere in un territorio civile? Non siamo persone? Come possiamo pensare di avere rispetto per i turisti se non abbiamo rispetto per noi stessi? Una padrona di casa che ama l’ordine e la pulizia non teme di ricevere visite in casa da un momento all’altro.
Il secondo appello Presidente lo lancio a Lei, rassicurandola circa la reazione dei giovani calabresi nei confronti della N’drangheta (che c’è ed è in atto da tempo), perché questa reazione non risulti vana.
I giovani calabresi reagiscono quotidianamente alla N’drangheta nel loro piccolo. Come possono. I giovani calabresi reagiscono alla N’drangheta quando invece di elemosinare un posto di lavoro in cambio del voto emigrano altrove (scelta criticabile ma non condannabile); quando decidono di restare come ha fatto il sottoscritto e creano, insieme con altri giovani, attraverso Internet nuove reti di intelligenza sociale (beppegrillo.meetup.com/191) attraverso le quali diffondere una nuova mentalità nella nostra regione; quando scrivono, come abbiamo fatto di recente, una lettera di solidarietà a Pino Masciari, un coraggioso e onesto imprenditore calabrese dimenticato da tutti (Stato compreso) che si è rifiutato di pagare il pizzo e ha denunciato chi glielo chiedeva ed oggi vive blindato lontano dalla sua amata regione, per farlo sentire un pò meno prigioniero; quando scrivono una mail di solidarietà al sindaco di Falerna, in provincia di Catanzaro, perché per aver fatto abbattere delle case abusive sulla spiaggia del suo comune ha dovuto subire l’isolamento; quando segnalano ai sindaci, come quello di Stalettì sempre in provincia di Catanzaro, pericoli imminenti, in seguito agli incendi che hanno flagellato la nostra bella regione, e restano inascoltati; quando disertano i dibattiti, i convegni, le piazze dove a parlare sono sempre gli stessi politicanti; quando si rifiutano di votare personaggi che da oltre trent’anni siedono sugli scranni del Consiglio Regionale, che hanno contribuito in maniera determinante all’elezione Sua e del Suo Governo e che ambiscono a rappresentare “il nuovo” nel costituendo Partito Democratico; quando creano comitati perché si rifiutano di subire il neo-colonialismo in atto nella nostra regione dove basta aprire un’azienda e tenerla in vita per cinque anni per ottenere i finanziamenti e subito dopo chiudere e licenziare tutti gli assunti o dove, in cambio di una manciata di posti di lavoro, si autorizzano impianti industriali che danneggiano la salute dei residenti; quando non chiedono di usufruire di finanziamenti pubblici e vengono derisi, come è successo al sottoscritto, perché convinti che in un libero mercato compito dell’imprenditore sia quello di assumersi il rischio di investire i propri soldi e non quelli della collettività; quando ideano caparbiamente laboratori teatrali con i giovani delle scuole, come fa con grande difficoltà un mio carissimo amico a Lamezia Terme e in altri piccoli comuni limitrofi, avvicinandoli all’arte e allontanandoli dalle cattive compagnie; quando raccolgono le firme (come faremo l’8 settembre prossimo) per impedire che i condannati in via definitiva siedano in Parlamento; quando attraverso un video-denuncia (pubblicato su You Tube all’indirizzo: http://it.youtube.com/watch?v=hvGaltFZzb4) mettono il dito nella piaga dei mali della propria terra denunciando contemporaneamente lo sperpero di denaro pubblico che la Regione ha avallato finanziando una campagna pubblicitaria che si smentisce quotidianamente da sola. Solo per citarLe alcuni esempi di reazione.
Ma ancora prima di reagire alla N’drangheta i giovani calabresi reagiscono all’ipocrisia che circonda le istituzioni quando si parla di questo annoso tema. Ci sono, infatti, altri giovani in Calabria come il Pubblico Ministero Luigi De Magistris, in forza a Catanzaro e il suo collega Eugenio Facciolla, in forza a Paola, che stanno reagendo da tempo alla N’drangheta indagando sulle commistioni tra mafia e politica. Forse loro hanno reagito troppo. Il dott. De Magistris, infatti, ha dovuto denunciare nei giorni scorsi al CSM alcuni tentativi, da parte dei “poteri forti”, volti a sottrargli le indagini mirando a dimostrare una sua incompatibilità.
Vede signor Presidente, in un mondo come quello attuale, in cui stentiamo a riconoscere in chi ci sta intorno la buona fede, queste persone rappresentano un patrimonio da difendere. I giovani non credono più nella politica perché predica bene e razzola male, perché fino ad oggi sono rimasti sistematicamente delusi ed hanno paura di restarlo ancora una volta. I loro occhi diventano sempre meno ingenui e più critici perché molto meno disposti a sognare senza lasciarsi sfiorare dal dubbio.
Qualcuno pensa che i giovani siano un ottimo argomento per una campagna elettorale ma i giovani sanno riconoscere la sincerità perché quotidianamente riconoscono il tradimento.Il sostituto procuratore Nicola Gratteri, grande esperto di N’drangheta e grande magistrato, ha affermato nel corso di un convegno che per battere la N’drangheta basterebbe qualche modifica al codice penale e cinque anni di tempo. Ha perfettamente ragione. Cosa aspettiamo?
Presidente, lei e la sua maggioranza avete l’opportunità di ottenere con una sola mossa due risultati: sconfiggere la N’drangheta e riacquistare la fiducia dei giovani. Cosa aspetta?L’hanno sempre criticata per la sua incapacità di comunicare, dia una lezione una volta tanto ai suoi denigratori dimostrando che la migliore comunicazione avviene attraverso i gesti concreti, dando l’esempio, e non solamente a parole.\” Massimiliano Capalbo, Catanzaro

Fonte :   http://beppegrillo.meetup.com/191/ ;        http://www.beppegrillo.it/