\”Ancora imprenditori, ancora commercianti, ANCORA SUICIDI.
E\’ ormai un triste bollettino di guerra, con caduti ogni giorno. Mentre il Paese è allo sbando, cresce l\’astensionismo, aumenta il voto di protesta, ritornano i fantasmi del terrorismo, la politica tace e si chiude nell\’asfittico paradigma dell\’autoreferenzialità.
Queste morti urlano tutta la loro rabbia e sofferenza nei confronti di uno Stato indecente che si nutre di clientelismo, offrendo ai giovani soltanto precarietà esistenziale. Dobbiamo reagire, amici: dobbiamo batterci insieme per il cambiamento.
Dobbiamo ritornare ad essere protagonisti della storia: non molliamo, resistiamo insieme\”
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Fonte: La Repubblica – Bologna
Il cadavere dell\’uomo, co-titolare di una rivendita di casalinghi di via Duse, è stato trovato nel retrobottega. La moglie dell\’artigiano che si diede fuoco: \”Che vergogna, lo Stato faccia un mea culpa\”.
Il co-titolare di un negozio di articoli casalinghi, Piero Marchi, bolognese di 48 anni, è stato trovato impiccato nel retrobottega del suo locale in via Duse nella periferia del capoluogo emiliano. Sul posto la polizia ed il personale del 118.
L\’uomo aveva pendenze con Equitalia. E\’ quanto è emerso dai primi accertamenti della polizia intervenuta, questo pomeriggio, nel locale alla periferia di Bologna. Questa mattina, si è appreso infatti, una volante della polizia era intervenuta per una lite all\’interno di quello stesso condominio: uno dei litiganti era Marchi, che sarebbe stato in arretrato con alcune rate delle spese condominiali. Nel corso della discussione, il commerciante avrebbe detto che non poteva pagare perchè aveva ricevuto una cartella da Equitalia. Secondo la polizia, che sta ascoltando parenti e conoscenti, il debito con il Fisco sarebbe stato di circa 20mila euro.
L\’uomo ha lasciato un biglietto di scuse ai famigliari. Dei suoi problemi economici aveva parlato con alcune persone prima di decidere di farla finita.
Se le circostanze del suicidio dovessere essere confermate, si tratterebbe del trentaquattresimo caso dall\’inizio dell\’anno di suicidio a causa della crisi economica da parte di un imprenditore. Il procuratore aggiunto Valter Giovannini, per ora, preferisce professare cautela: \”In questo momento – dice – non è possibile formulare nessuna ipotesi sui motivi del gesto\”.
Proprio a Bologna, la settimana scorsa, si era tenuta la cosiddetta \”marcia delle vedove della crisi\”, in ricordo di Giuseppe Campaniello, l\’artigiano di Ozzano nell\’Emilia che si era dato fuoco davanti al tribunale dell\’Agenzia delle entrate.
E proprio la moglie di Campaniello ha avuto parole di sdegno dopo la morte del commerciante: \”Che vergogna – ha detto -. Non per lui, per questo Stato. Aveva la mia età, non ho parole. E\’ ora che lo Stato faccia un mea culpa ma soprattutto che trovi un rimedio. Il lavoratore deve sentirsi protetto. Cosa dobbiamo fare, sennò, impiccarci e darci fuoco tutti?\”.
\”Come mi dispiace – ha poi detto Tiziana Marrone – quel negozio me lo ricordo, aveva tutte le marche. Io e mio marito eravamo loro clienti. Nei prossimi giorni cercherò la sua famiglia\”.
Appresa la notizia Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, lancia nuovamente l\’allarme: \”Questi episodi così drammatici sono il segno di quanto la recessione stia mettendo in ginocchio le imprese, soprattutto quelle che vivono di domanda interna. Episodi che testimoniano la disperazione di quegli imprenditori che non riescono più a vedere una prospettiva diversa rispetto a quella della chiusura della propria attività\”.