\’Sono i politici che vanno a casa dei capi mafia e chiedono i voti. In certe zone del Sud, le cosche controllano il 20 per cento dei voti\’. E fra le altre cose rivela: \”Ci sono omosessuali anche fra i grandi boss. Ma fanno tutto di nascosto. Altrimenti, verrebbero uccisi. Si uccide per molto meno…\’.
Nicola Gratteri procuratore aggiunto di Reggio Calabria, autore de «La Malapianta» (Mondadori), è stato intervistato dal messmediologo Klaus Davi nella trasmissione \”KlausCondicio\” in onda su You Tube. \”La Chiesa calabrese sta facendo muro contro la mafia. Un esempio è stato dato dal vescovo di Locri, che ha fatto una lettera durissima contro i boss\”, dichiara Gratteri. E a chi gli chiede “Ratzinger sta troppo zitto sulla mafia secondo lei?”, “Sì troppo\”, risponde: \”è il secondo problema degli italiani. La Chiesa dovrebbe farsi sentire di più, data la gravità dei tempi e con la disoccupazione”.
Secondo il procuratore, “La ‘ndrangheta, forte dei dividendi ricavati dal commercio di cocaina, sarebbe perfettamente in grado di dare vita a un proprio partito; ma non ne ha necessità, visto che sono i politici che vanno a casa dei capi mafia e chiedono i voti. In certe zone del Sud, le cosche – rivela – controllano il 20 per cento dei voti”.
Gay anche fra i boss “Ai vertici delle ‘ndrine ci sono anche dei boss che sono omosessuali, o che hanno rapporti omosessuali frequenti. Ma lo sono in modo nascosto, perché altrimenti verrebbero uccisi, ‘posati’ o messi in sonno, come dicono i massoni”. “La ‘ndrangheta – spiega Gratteri – non ammette l’omosessualità, seppure di un big-boss; si uccide per molto meno. Si uccide un picciotto perché non si è vendicato per una moglie che gli ha fatto le corna, figuriamoci se un boss fa sesso con uomini o travestiti. Comunque alcuni boss dei più alti vertici delle ‘ndrinde, praticano regolarmente rapporti omosessuali”.
INTERCETTAZIONI “Contro i clandestini vengono impiegati esercito, flotta, ronde; contro i mafiosi viene smantellato uno dei pochi strumenti investigativi ancora in mano ai magistrati”: lo ha dichiarato Nicola Gratteri ribadendo quanto scritto nel suo libro “La Malapianta” (edito da Mondadori) nel passaggio sulle intercettazioni a pagina 167. “Dare vita alla caccia al clandestino fa più immagine della vera caccia al mafioso. Ovviamente, contro la ‘ndrangheta non serve l’esercito. Necessitiamo di risorse finanziarie, investimenti sulla Polizia, per esempio, pagando gli straordinari, la benzina, le strutture tecnologiche che servono per fare le indagini”. E conclude: “Credo che dovremmo applicare il codice della generosità e della solidarietà verso i clandestini. Aiutando a costruire opere pubbliche in quei Paesi e non limitandosi a finanziamenti, che poi finiscono nelle tasche dei corrotti”.
Droga, No liberalizzazione, decuplicherebbe introiti mafie “La depenalizzazione del consumo delle droghe ingrasserebbe le mafie. Aumenterebbe a dismisura i suoi fatturati. Sarebbe un atto di gravissima complicità. Per questo sono totalmente contrario”. “Molto più utile è il lavoro di prevenzione. Il problema lo si risolve facendo una cultura di prevenzione, spiegando ai ragazzi il male che fa la cocaina e l’ecstasy. Negli Usa la prevenzione ha fatto diminuire il consumo di cocaina, al punto che i colombiani non ritengono più conveniente venderla negli Usa e hanno sub-delegato i messicani, che hanno invaso gli Usa di cocaina. Su questo c’è stata una maxi indagine, coordinata fra Italia, Usa e Canada. L’Europa è stata invasa di cocaina, proprio perché negli Usa il mercato non ne assorbiva più”.
Solo Mondadori mi ha pubblicato, vero liberismo Nel corso del programma tv KlausCondicio, condotto da Klaus Davi, Gratteri ha detto: “Non mi sento affatto in imbarazzo a pubblicare con Mondadori, anzi ricordo che quando scrissi il libro Fratelli di sangue nessuna casa editrice volle pubblicare, né Rizzoli né Einaudi, nessuno. La pubblicai con una piccola casa editrice calabrese, successivamente si fece viva la Mondadori che pubblicò “La mala pianta” senza modificare neanche una virgola di un testo che in alcuni passaggi è durissimo contro i provvedimenti della politica sulla giustizia. È un esempio tangibile di liberalismo”.
Italia chiama Italia