Da cinque giorni a Soveria Mannelli, in provincia di Catanzaro, non si hanno più notizie di Antonio Lucente, 39 anni. Il giovane è scomparso il 26 agosto, dopo essersi allontano da casa a bordo di una macchina in compagnia di una persona. A denunciare la scomparsa dell\’uomo, padre di una bimba di appena un mese, è stata la sua compagna che, non vedendolo tornare a casa, si è rivolta a carabinieri denunciando la sua scomparsa. I militari dell\’Arma hanno avviato subito le indagini perchè temono possa essere vittima di un caso di lupara bianca. In passato, infatti, Lucente ha collaborato con le forze dell\’ordine e grazie alle sue dichiarazioni sono stati arrestati esponenti della criminalità organizzata del Lametino e della zona montana. L\’uomo è stato visto per l\’ultima volta in compagnia di un suo amico, giovedì sera scorso, lungo la strada che collega Carlopoli a Bianchi, due comuni dell\’area montana lametina non molto distanti da Soveria Mannelli, centro dove l\’uomo abita. Quell\’amico ha riferito ai carabinieri di aver lasciato Lucente sulla strada tra Carlopoli e Bianchi. Oltre all\’ipotesi della lupara bianca i carabinieri della Compagnia di Soveria Mannelli, diretti dal capitano Gennaro Iervolino, stanno valutando anche altre piste investigative tra cui quella del decesso naturale. Su questa ultima ipotesi, comunque, non viene posta molta attenzione: per gli investigatori, l\’ipotesi della lupara bianca è quella più accreditata. Gli investigatori dell\’Arma non escludono, infatti, che dietro la scomparsa del giovane possa esserci la mano della criminalità organizzata che ha fatto ricorso alla lupara bianca. Nel 2002, Lucente fu tratto in arresto insieme ad altre otto persone nell\’ambito dell\’operazione \”Cronos\”, portata a termine dai carabinieri. Un\’organizzazione che dal 1997 al 2002 avrebbe compiuto estorsioni, rapine e furti in una vasta zona del lametino. L\’accusa nei confronti degli arrestati fu di associazione a delinquere finalizzata ad estorsioni, rapine, furti e detenzione e porto illegale di armi.
GazzettadelSud.it
Speriamo bene come nei casi occorsi in passato. La vita è vita. E’ però un articolo che non mi quadra per alcuni dettagli: Antonio era collaboratore o testimone? perchè verso la fine si parla di un suo arresto nell’ambito della operazione Cronos. In internet si trova solo un riferimento vago tra l’altro nella cache di google dal momento che il sito è inaccessibile (www.siciliaantiusura.it/filedown.asp?s=25182&l=2) per malware.
Infine: se è persona sotto misure di protezione – essendo rimasto in Calabria e non sradicato dalla sua terra come i Masciari non era sotto speciale programma di protezione – l’articolo ne descrive libertà di movimenti con amicizie in zone fuori dall’abitato.
Con questo commento non voglio gettar semi di sospetto sulla persona ma la necessità di maggior precisione nell’informazione, come questo blog ha preteso ogni volta per errori marchiani inaccettabili di quotidiani, televisioni nazionali e pure – ahimè – parlamentari.
Il problema è sempre lo stesso Andrea, la stampa (e non solo quella) non riesce ancora a fare un distinguo ben preciso tra collaboratori di giustizia e testimoni di giustizia. Molti articoli su questo fatto (tra il quale questo stesso) fanno confusione dichiarando la persona scomparsa, nei titoli “testimone di giustizia” per poi nell’articolo parlare di “collaboratore”. Errore purtroppo comune ma gravissimo dal punto di vista interpretativo che crea confusione nei lettori….e non solo in loro!