A margine della presentazione del volume di Giuseppe Caruso \”A Milano comanda la \’ndrangheta\” un vivacissimo scambio di idee ha caratterizzato l\’acceso dibattito. Protagonisti, presso l\’Aula \”Italo Falcomatà\” dell\’Università per stranieri \”Dante Alighieri\” di Reggio Calabria, il consigliere comunale del Pdci, Massimo Canale e l\’ex assessore comunale di An, Franco Germanò.
Il passo dalla \’ndrangheta milanese a quella reggina è stato breve ed ancor più facile è risultato andare a finire, nel dibattito, sulle bombe e le intimidazioni locali. La miccia l\’ha innescata Canale, manifestando \”forti dubbi e perplessità sulla ricostruzione dellle dinamiche che hanno portato alla bomba esplosa il 3 gennaio davanti al portone della Procura Generale, al successivo ritrovamento di un\’auto carica di armi ed esplosivo ad un passo dall\’aeroporto il giorno della visita del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ed anche alla frettolosa scelta di trasferire la competenza delle indagini sulla bomba alla Pg a Catanzaro\”. Massimo Canale ha rivendicato con forza il \”sacrosanto diritto di manifestare, pubblicamente, dubbi e perplessità su accadimenti che hanno fortemente condizionato la vita della città di Reggio e sui quali sembra essere tabù ritornare, a partire dall\’intimidazione a Palazzo San Giorgio del 2004 e per la quale ancora oggi il Sindaco Scopelliti viaggia sotto scorta, mentre, ad esempio\” – ha chiosato duramente Canale – \”Pino Masciari non gode di alcuna protezione\”.
Immediata ed altrettanto netta la reazione di Franco Germanò: \”Io c\’ero e quella stagione l\’ho provata sulla mia pelle\” – ha puntualizzato Germanò che in quegli anni subì anche un attentato incendiario alle sue autovetture – \”e non consento a nessuno di minimizzarne la portata o, peggio, di insinuare dubbi attorno ai quei drammatici momenti\”.
[fonte: Strill.it]