Ben vengano le trasmissioni in cui si parla di ‘ndrangheta, di mafia e criminalità organizzata e del condizionamento su affari e politica. Eppure l’altra sera guardando la trasmissione “Vieni via con me” di Fabio Fazio e Roberto Saviano ci siamo trovati a disagio. Come una sorta di indignazione, amarezza.
Sappiamo quanto sia importante parlare di questa vera e propria emergenza ad un pubblico vasto e siamo i primi a dire che le trasmissioni sul fenomeno ‘ndrangheta, mafie, corruzione, illegalità, ecc., dovrebbero essere una costante dei palinsesti televisivi. Non ai fini della spettacolarizzazione del fenomeno stesso, però, ma per informare e formare le coscienze. Non serve che se ne parli per qualche settimana ma che se ne parli sempre.
Molti di noi staranno leggendo il libro in cui Pino Masciari racconta della sua vita, di come abbia denunciato e fatto arrestare numerose persone, di come abbia mantenuto la schiena diritta di fronte alla ‘ndrangheta ed alle sue collusioni ai più alti livelli, collusioni che non hanno colore politico ma attecchiscono dove c’è terreno fertile. Molti conosco la storia di questa famiglia, costretta a scappare dalla propria terra, di notte, con due figli ancora piccolissimi per evitare una condanna che ancora aleggia sulle loro teste, una promessa di vendetta che non conosce scadenza, la promessa di quelle famiglie di ‘ndranghetisti come gli Arena del clan di Isola Capo Rizzuto che si sono trovati davanti ad un uomo capace di non scendere a patti con il crimine, un imprenditore che ha dato tutto per lo Stato e i suoi cittadini, un padre i cui valori e ideali sono stati più forti di ogni vessazione, intimidazione e ricatto. La storia di un imprenditore e dei suoi cari che non possono più lavorare, non possono tornare alla propria terra, mentre i criminali stanno serenamente lì, potenti come allora, forse di più. Un mondo all’incontrario, dove i criminali restano con il loro potere e la loro presenza sul territorio mentre l’onesto che denuncia è costretto a vivere lontano, fugge l’onesto, come un qualsiasi latitante viene persino nascosto.
Noi, amici di Pino Masciari, ribadendo che siamo estremamente convinti faccia bene al Paese affrontare un tema come la lotta alla criminalità organizzata e parlare di legalità in televisione, soprattutto in prima serata, ci siamo sentiti sicuramente amareggiati nell’apprendere come Saviano, persona ad alto rischio di vita, esattamente come i Masciari, sia in grado di spostarsi sul territorio, fin tanto da arrivare in luoghi come i bunker dove si nascondono latitanti e criminali. Non è un male che Saviano possa documentare e riportare al grande pubblico tutto ciò, anzi. Però ci siamo chiesti perché Saviano sì, mentre Pino ha dovuto lottare contro enormi difficoltà anche per recarsi nell’aula di tribunale, o solo per abbracciare la madre morente, dopo oltre 13 anni di lontananza? Perché a un imprenditore che ha dato un enorme contributo alla lotta alla ‘ndrangheta, denunciando quando di ‘ndrangheta e mafie non se ne parlava, facendo condannare numerosissime persone, non è concesso tutto ciò?
Non vogliamo insinuare nulla, non vogliamo polemizzare, men che meno su Saviano. Noi siamo Saviano, noi siamo Pino Masciari, siamo quei cronisti che rischiano la vita per raccontare le mafie in Sicilia e Calabria, quei cittadini che denunciano, rischiando la propria pelle, la criminalità e le collusioni. Ci stiamo però domandando il perché di questa disparità di trattamento nei confronti di una persona e di una famiglia che da più di tredici anni lotta per avere una vita, non normale, cosa quasi impossibile, ma semplicemente una vita sicura. Ci chiediamo, dunque, se serva qualcosa in più, se Pino debba dare altre dimostrazioni del suo senso civico e del suo amore per lo Stato e le Istituzioni. Crediamo faccia male a lui e a tutti coloro che potrebbero seguire già da ora il suo esempio, crediamo faccia male ai giovani e a coloro che ogni giorno sono impegnati a lottare contro le ingiustizie, vedere queste disparità di trattamento. Quasi fosse più importante la fama e non quello che le persone fanno.
Non ci vuole uno schieramento nella lotta alla mafie, una sorta di “classifica”, fra chi porta più pubblicità o meno, fra chi ha amici più influenti o meno, ci troveremmo davanti a un paradosso inaccettabile per un Paese Civile, che si dimostrerebbe inevitabilmente fragile. Bensì ci vuole uno schieramento di “buon senso”, capire che tutti possono essere “attori” nel costruire il presente di questo Paese, che non ha bisogno di scoop televisivi e audience. Non sono solo chiamati i politici ad operare in tal senso, i cittadini, i rappresentanti Istituzionali, gli studenti ecc., ma anche i media devono fare la loro parte. Ci vuole una condivisione di intenti, altrimenti come disse Antonino Caponnetto, dopo le stragi del ’92, “è tutto finito”? È questa la speranza che vogliamo dare ai giovani?
Gli Amici di Pino masciari
Salve sono Giovanna di Bg, ho incontrato e ascoltato Pino Masciari qualche tempo fa, mi colpì molto e sono stata davvero commossa dalla sua storia.
La lotta contro le mafie non ha colore politico è vero, non lo deve avere e questo Saviano lo ha ribadito più volte, lo ha vissuto in prima persona, nel bene e nel male che nessuno schieramento politico è avulso dal fascino del denaro e del potere…
Non so perchè Saviano abbia più facilità di spostamenti, anche se dubito che siano davvero così semplici, leggevo che per organizzare ogni viaggio anche minimo ci vogliono settimane. Forse il suo successo lo porta ad avere più ascolto da parte degli altri, forse un successo che nemmeno lui si aspettava e che forse vissuto sempre sotto scorta, blindato non riesce nemmeno a godersi.
Credo chela vita sia difficile per entrambe per Pino e per Roberto.
Il loro impegno è necessario per noi, e chi ci tiene veramente a questo paese riconosce il valore l’onestà e la grandiosità di tutti e due.
Io credo che sia un bene se Saviano può fare quello che fa, ma allo stesso tempo non credo che la sua vita sia semplice, né che possa muoversi come vuole, a cuor leggero e con libertà assoluta di spostamento.
Sarei contento se fosse così (sarei contento se fosse così per TUTTI), perché sarebbe semplicemente “giusto”, perché, e Pino Masciari lo sa bene, è insopportabile vedersi limitati nelle proprie libertà inviduali.
Saviano paga un prezzo alto, come lo pagano i Masciari, e se la sua situazione di giornalista gli permette di arrivare al pubblico e di avere i riflettori addosso, questo non vuol dire che sia un cittadino libero, sicuro e sereno. Non credo che lo sia.
E’ giusto chiedersi perché lui può fare certe cose che a Pino sono state vietate per anni, ed è anche giusto ricordare che a Pino (e a tante altre persone) molte cose sono state vietate per anni, ma se a Saviano non accade quello che è successo purtroppo ai Masciari, bisogna essere contenti perché sarebbe una vittoria comunque. Se lui avesse più libertà di quanta (poca) ne hanno avuta i Masciari, bisognerebbe essere contenti, sarebbe un risultato per tutti. Ma purtroppo temo che non sia così.
Non credo che Saviano abbia oggi una vita facile, e quelle due ore in cui parla davanti a tutti sono due ore in una vita fatta spesso di libertà mancate. Purtroppo.
Per questo c’è molto da fare e grazie davvero di cuore a chi partecipa a questa lotta. Grazie a Pino per il modo in cui si spende, grazie al suo libro, grazie a Saviano, grazie ai magistrati, grazie ai giornalisti in prima linea, grazie a tutti, e grazie a chi non li dimentica.
I cittadini, noi tutti, dobbiamo essere pronti a contribuire ciascuno con i propri mezzi a coltivare un giardino fiorito, un Paese sano.
Il tema è stato comunque un passo avanti, ma capisco la domanda di chi, avendo visto la trasmissione, sente odore di superficialità.
Un saluto di rispetto dalla Norvegia. Ho conosciuto la storia della famiglia Masciari nella trasmissione di MM, vorrei umilmente mandare un abbraccio alla signora Marisa e ai ragazzi. L’Italia è in debito a persone come voi. Vi auguro un sereno Natale.
Grazie Rosanna! Da parte mia, di Marisa e dei ragazzi un caro abbraccio a te e l’Augurio di un Sereno Natale anche a te e la tua Famiglia. Pino Masciari