Nicola Arena, lo storico boss dell’omonima cosca di Isola Capo Rizzuto accusato di numerose violazioni alle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno, cui era sottoposto dal gennaio dello scorso anno, è stato arrestato. Già 15 anni fa’ Pino Masciari aveva denunciato gli Arena di Isola Capo Rizzuto per le loro collusioni con politica e istituzioni come, allo stesso tempo, aveva denunciato gli interessi della ‘ndrangheta orientati verso gli appatli pubblici. Ricordiamo che Francesco e Nicola Arena furono condannati a seguito delle denunce di Pino Masciari, mentre Carmine Arena morì in un attentato a colpi di bazooka in quella che ancora oggi è chiamata \”Faida dei Boschi\”.
CROTONE. Arresti domiciliari per Nicola Arena, storico boss dell’omonima cosca di Isola Capo Rizzuto, accusato di numerose violazioni alle prescrizioni imposte dalla sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno cui era sottoposto dal gennaio dello scorso anno.
Nei confronti di Nicola Arena, oggi 74enne, è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari emessa dal giudice delle indagini preliminari Paolo De Luca su richiesta del sostituto procuratore Nicola D’Amato. All’uomo il provvedimento è stato notificato dai carabinieri della stazione di Isola Capo Rizzuto in un reparto dell’ospedale civile San Giovanni di Dio di Crotone dove si trova ricoverato da qualche giorno. Provvedimento nel quale si tiene conto delle violazioni commesse dal boss durante il periodo di sorveglianza speciale che sono state segnalate dagli stessi militari alla Procura della Repubblica; in particolare le frequentazioni con soggetti gravati da precedenti di polizia e da pregiudizi penali; la permanenza fuori dalla propria abitazione in orari non consentiti; l’allontanamento dalla stessa abitazione senza preventivo avviso ai carabinieri; la mancata presentazione alla caserma dei carabinieri nel giorno e nell’ora prestabiliti.
Nicola Arena era tornato in libertà il 7 gennaio dello scorso anno dopo aver scontato una condanna a 14 anni di reclusione, gran parte dei quali trascorsi al carcere duro previsto dall’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, per associazione mafiosa ed estorsione. Il boss era stato arrestato nel 1996 dopo tre anni di latitanza. Durante la sua detenzione gli sono stati sequestrati e poi confiscati numerosi terreni agricoli e fabbricati; parte di quei beni la scorsa estate sono stati assegnati al comune di Isola Capo Rizzuto che dovrà darli in gestione a cooperative di giovani.
tratto da Il Giornale di Calabria