Il plauso alle forze dell\’ordine e a tutti coloro che si sono adoperati per la cattura di Antonio Pelle è assolutamente da fare prima di ogni considerazione. Il criminale era latitante dal 2011 e su di lui pendeva una condanna a 20 anni di carcere per associazione mafiosa, traffico di armi e traffico di stupefacenti. Pelle non è stato scovato in una grotta nel bel mezzo dell\’Aspromonte o in qualche remota regione della Bolivia o del Perù, nemmeno nascosto in una regione del nord Italia ma, semplicemente e serenamente nascosto per 6 anni in casa sua!!! Si è vero in un bunker creato ad hoc ma pur sempre in casa sua e siccome questa è una prassi adottata da tutti i più famosi latitanti mafiosi d\’Italia, è mai possibile che non sia venuta in mente a nessuno che si potesse nascondere proprio in casa sua senza dover attendere 6 lunghi anni? Certo in un paese dove la latitanza non è di esclusivo diritto dei mafiosi e dove sono in molti a \”latitare\”, c\’è da aspettarselo!
Ndrangheta, arrestato il boss Antonio Pelle: era latitante dal 2011
Il 54enne faceva parte dell\’elenco dei ricercati pericolosi del ministero dell\’Interno
Catturato questa mattina dalla polizia Antonio Pelle, di 54 anni, latitante dal settembre 2011 ed inserito nell\’elenco dei ricercati pericolosi del ministero dell\’Interno. Il boss, fermato in località Ricciolio di Benestare (Reggio Calabria), era destinatario di condanna definitiva a 20 anni di reclusione per associazione mafiosa, traffico di armi e stupefacenti, emessa dall\’Autorità Giudiziaria di Reggio Calabria.
Pelle è considerato attuale vertice operativo della cosca Pelle-Vottari, operante nell\’entroterra di San Luca (Reggio Calabria), già contrapposta negli anni alla consorteria mafiosa dei Nirta-Strangio, con cui aveva dato vita ad una sanguinosa faida, culminata con la strage di Duisburg.
Era evaso nel settembre 2011, dagli arresti domiciliari dove era temporaneamente ristretto, per motivi di salute, presso l\’Ospedale di Locri (RC), dopo la sua precedente cattura avvenuta, nell\’ottobre 2008, ad Ardore Marina (Reggio Calabria), dove era stato localizzato dalla polizia, all\’interno di un bunker sotterraneo.
l latitante è stato rintracciato oggi presso l\’abitazione di famiglia dagli investigatori della squadra mobile reggina e del servizio centrale operativo, con il supporto tecnico della polizia scientifica, all\’interno di un rifugio-bunker ricavato in una intercapedine muraria di una delle stanze della casa di Bovalino.