Reset Italia – di Marco Barone: Scrivo questo articolo mentre apprendo che in Calabria, a Palmi un povero operaio è stato ucciso per errore, in agguato mafioso. L’obiettivo era un avvocato .
La vittima, operaio incensurato e nessun contatto con ambienti malavitosi, originaria di San Martino di Taurianova, nella Piana di Gioia Tauro, era residente a Isolabona, in provincia di Imperia.
Invece Nizzari, operato d’urgenza all’ospedale di Gioia Tauro subito dopo l’agguato, è un avvocato penalista del foro di Palmi molto conosciuto in città anche per essere il coordinatore del circolo cittadino della lista Scopelliti.
Da quello che emerge dai primi riscontri della magistratura Calabrese il vero obiettivo era proprio l’avvocato.
Quindi la ‘ndrangheta ha sbagliato mira?
Veniamo ora al dunque della mia riflessione.
Una cosa è certa.
Parlare di ‘ndrangheta, che fino a poco tempo addietro era per la legislazione esistente in tema di contrasto alle mafie inesistente, oggi giorno procura audience, interesse, curiosità.
Nelle librerie ad esempio non ho mai visto tanti libri sul fenomeno ‘ndrangheta come quelli che si possono trovare oggi giorno.
Per non parlare dei media.
Ad esempio la puntata di ieri ha registrato picchi superiori a 10.400.000 spettatori (10.430.000 alle 21.46) e al 40 per cento di share (40,61 per cento alle 23.27). I contatti sono stati circa 20 milioni (19.983.000), con una permanenza record del 45,20 per cento.
Cifre se confermate enormi per il popolo televisivo.
Certamente emerge grande curiosità su tale fenomeno.
Beh inviterei tutti, ma proprio tutti quelli che vogliono capire cosa è la ‘ndrangheta a contattare uno dei tantissimi giornalisti minacciati quotidianamente in Calabria dalle ‘ndrine.
A parlare per esempio con Pino Masciari o Ruello testimoni di giustizia che aspettano l’esecuzione della loro sentenza a morte già scritta dalla ‘ndrangheta.
Ma inviterei tutti a vivere per qualche tempo in Calabria, per capire cosa è la ‘ndrangheta.
Radicata a livello sociale, culturale da oltre 150 anni in quella che potrebbe essere per le potenzialità che la connotano la Lombardia del Sud Italia.
Quindi, Saviano, ora si occupa da tuttologo anche di ‘ndrangheta.
Saviano, che andando oltre Gomorra ove era la Camorra la mafia più potente del mondo, ora, per ragioni tutte da comprendere sostiene che è la ‘ndrangheta la più potente organizzazione mafiosa mondiale o quasi. Cosa in verità sostenuta da circa dieci anni da vari magistrati, ma ciò poco importa nella classifica tutta italiana delle mafie che determinano la loro grandezza e potere sull’ignoranza e sulla disperazione delle persone.
No no attenzione, dico che si deve parlare di ‘ndrangheta, si deve far conoscere tale fenomeno.
Ma non venite a dirmi che le cose ascoltate in quella trasmissione sono sconvolgenti perchè non ha detto nulla di più e nulla di meno di quello che da anni emerge in tutte le inchieste condotte dai magistrati sulla ‘ndrangheta, e non solo.
A parte la questione politica che è scaturita in merito alla vicenda del presunto rapporto tra la ‘ndrangheta e la Lega nord, tutta raccontanta nelle 3000 pagine dell’inchiesta Crimine ove emergono i rapporti diretti che il consigliere regionale leghista da sempre, ebbe con l’avvocato Pino Neri, massone dichiarato e soprattutto boss di primissimo piano finito in carcere. Nella primavera del 2009 i due sono stati filmati dai carabinieri mentre si incontravano per discutere dello scambio di voti da effettuare spostandoli su un candidato gradito alle cosche,ed alle parole di Maroni che dichiara che “mi ha definito uno tra i migliori ministri nella lotta alla mafia e ora vorrei che ripetesse le accuse di ieri guardandomi negli occhi: è facile lanciare il sasso senza il contraddittorio”
http://www.repubblica.it/politica/2010/11/16/news/maroni_saviano-9164864/?ref=HREA-1
beh per questioni di audience e popolarità la porta dell’opportunismo è sempre dietro l’angolo;
il Saviano, ha anche detto praticamente che Platì come Casal di Principe e Corleone sono luoghi pieni di bunker dove si nascondono uomini che vivono in condizioni terribili ma dai quali esercitano il loro potere che arriva fino a Milano. «In quei bunker si decide il destino di questa parte d’Italia – dice Saviano – nella Lombardia, regione capitale degli investimenti criminali. Altro che terroni».
Beh forse Saviano è rimasto indietro con qualche pagina d’inchiesta o non è molto aggiornato su tale punto.
Il bunker inteso da Saviano, almeno per come è passato all’immagine collettiva sembrerebbe un qualcosa di invivibile, di orribile,tremendo, un luogo sotterraneo degradante ecc.
Ma in verità…i boss della ‘ndrangheta oggi giorno proprio per manifestare il loro potere si nascondono dentro ville svolgendo vita tutt’altro che in condizione terribile….
Ad esempio la polizia ha fatto irruzione in una VILLA in località Perretti di Reggio Calabria dove Giovanni Tegano, boss della ‘ndrangheta, è stato sorpreso mentre era in compagnia di altre persone ; ma c’è anche una villa ispirata a quella del film ‘Scarface’ (interpretato da Al Pacino) tra gli immobili sequestrati dalla Guardia di Finanza di Reggio Calabria alla cosca Alvaro di Sinopoli….destinata all’uso del boss e suoi diretti parenti affiliati; Ma anche Salvatore Torcasio, presunto boss della ‘ndrangheta di Lametia Terme aveva una villa dal valore di 850 mila euro; oppure l’arresto di Antonino Gallico, quarantaduenne originario della Calabria, esponente di spicco dell’omonima famiglia alleata con quelle dei Morgante-Sgrò-Sciglitano, che da anni portano avanti una guerra di mafia con gli esponenti di altre due famiglie calabresi, quelle dei Bruzzise-Parrello. La Polizia di Latina lo ha scovato all’interno di una VILLA lungo il litorale di San Felice Circeo.
Ciò evidenzia il reale status di avanzamento di tale organizzazione, il fatto che non hanno necessità di nascondersi sottoterra, il fatto che sono protetti dalla cultura dell’omertà, dal non vedo, non sento , non parlo.
Ad esempio quante denunce contro il racket sono state fatte in Calabria? Quante?
Quanti collaboratori di giustizia, veri , ci sono?
Ripeto, si è fatto bene in quella trasmissione a parlare di ‘ndrangheta, ma lo si è fatto in modo incredibilmente superficiale,facendo cenno a questioni conosciute da decenni, a questioni emerse in pagine e pagine d’inchiesta giudiziaria, e senza sfiorare minimamente il che cosa è veramente la ‘ndrangheta in Calabria ed oltre i confini del sud Italia. Che cosa è la ‘ndrangheta a livello umano e sociale, a livello di cultura e radicamento nel e sul territorio.
Peccato perchè si è sprecata una grande occasione che poteva essere utile per la comprensione della ‘ndrangheta.
Ma probabilmente ciò non poteva essere detto, perchè oltre riportare quanto letto in atti giudiziari forse non si conosce altro della ‘ndrangheta.
Peccato perchè visto che si voleva spiegare tale fenomeno alla società Italiana tramite un canale Rai, si è preferito spettacolarizzare tale realtà sistemica.
Ma d’altronde chi non conosce la Calabria, chi non conosce la consistenza della ‘ndrangheta credo farebbe cosa giusta a non spiegare la ‘ndrangheta a chi vuole capire, conoscere, apprendere, ma a limitarsi con umiltà, cosa mai vista da Saviano nella serata di ieri, e con rispetto di chi oggi giorno per scrivere quelle cose da lui raccontate,e ripeto raccontate, è sotto scorta, rischia veramente la vita , semplicemente a manifestare una propria opinione.
Perchè alla fine si rischia solo di mediatizzare e strumentalizzare per altri fini, quel fenomeno sociale, culturale, che devasta la Calabria ed è infiltrato da decenni in varie regioni Italiane, in Germania, in Colombia ed in tutti quei paesi ove può trarre profitto.
Ed attenzione la mediatizzazione di tali fenomeni umani e reali e storici,può avere effetto boomerang nel contrasto concreto ed effettivo alla mafia in genere.
Domanda: a quando il primo film sulla ‘ndrangheta?
ciao Pino, mi dispiace ma ritengo che tu stia “gestendo” male la serata di lunedì.
è stata una serata di informazione contestualizzata in un percorso di più ampio respiro, dove sono stati trattati e crdo si continuerà a trattare argomenti importanti per la vita sociale e politica del Paese.
e come ben saprai sono proprio tanti i problemi che vive l’Italia.
da calabrese, da reggino, ritengo che sia stato importante il lavoro di Saviano, per il quale ho un grande rispetto e non dubito che possa strumentalizzare per tornaconto personale i suoi interventi.
credo, caro Pino, che quando si vive un grave problema sulla propria pelle, come da anni stai vivendo, ci si trovi talmente dentro certe dinamiche che riesce impossibile apprezzare qualunque analisi che tratti il tal problema, nel tuo caso di ‘ndrangheta, in un modo distante dalla pesante quotidianetà di un soggetto minacciato di morte per essersi ribellato, gesto verso il quale, sinceramente, ho molto rispetto e prorpio per questo ho provato ad esprimere le mie considerazioni.
un saluto
mimmo giordano
ricordo sempre con affetto gli anni, quasi quattro, trascorsi a Serra S. Bruno, un periodo importante e bello della mia vita.
il mio augurio sincero è che tu possa ritornare nel tuo amato paese e riprendere a lavorare.
Quello che abbiamo fatto e che continuiamo a fare come Blog e come Amici di Pino Masciari è di riportare alcune notizie di rilievo e che riteniamo interessanti sulle quali riflettere. Possiamo essere o non essere d’accordo con alcune di esse, e quando non lo siamo replichiamo con nostri articoli di redazione. Probabilmente lo stesso Pino Masciari rilascerà un suo commento in merito all’articolo ed ai commenti che ne sono scaturiti, ma l’obiettivo è proprio quello di ascoltare l’opinione dei lettori per cui, ben venga che se ne parli e che ci si confronti su argomenti molto delicati come le mafie.
Cordialmente
Tommaso Conversano
la maggioranza degli italiani vive in un altro mondo, pensa che le mafie sono quasi esclusivamente affar del sud. Molti di quei temi è normale che per voi siano scontati, questioni conosciute da decenni, ma per la maggioranza degli italiani credo proprio di no.
Credo anche io che riportare un articolo non significhi essere totalmente d’accordo con i pareri espressi all’interno. Lo si fa per creare dibattito. In ogni caso, il lavoro prezioso di Saviano, non può rimanere l’unico appiglio, c’è bisogno di poterne parlare serenamente, approfondire. Non credo che Pino abbia nulla contro Saviano, credo che al contrario sia indignato nell’apprendere che, mentre lui non può andare o stare in Calabria, Saviano addirittura parla di aver visitato i bunker di Plati’ e ciò, se posso permettermi, appare un controsenso. Ad un imprenditore calabrese non è permesso fare ritorno nella propria terra, nemmeno per stare con i propri affetti nei momenti importanti per una famiglia, come è stato con la morte della mamma di Pino, perchè troppo pericoloso. Mentre ad uno scrittore, comunque in pericolo di vita è garantita una tale sicurezza e libertà. C’è un evidente disparità di trattamento, almeno per come è stata raccontanta la vicenda, e questo, senza nulla togliere a Saviano dal quale non dipendono queste cose, lascia quantomeno perplessi. Mi piacerebbe poter sapere che anche Pino gode di questi diritti.. o libertà se preferiamo. Mi piacerebbe vedere un giorno, entrambi i personaggi in questione, lavorare e “camminare” sul territorio nazionale a testa alta, con le Istituzioni e lo Stato al loro fianco. Sarebbe un segnale fortissimo, questo credo vada riconosciuto, senza alcuna polemica nei confronti di Saviano appunto.
Sono d’accordo con tabache: la maggioranza degli italiani queste cose non le sa. Credo che il problema del trattare con superficialità certe questioni sia dovuto al fatto che per far comprendere a tutti la situazione sia necessario semplificare. L’altra faccia della medaglia, naturalmente, è il rischio della banalizzazione. Non credo sia facile bilanciare le due cose.
In attesa di approfondimenti in materia, che sarebbero necessari, forse è già un bene che si sia cominciato a parlarne.
Peraltro come Denise spero anch’io che in futuro sia possibile vedere camminare a testa alta e senza scorta persone come Pino..perchè spero che in un futuro siano i criminali ad essere esilliati e non le persone oneste!
come molti che leggono questo blog ho incontrato Pino, ed è chiaro che vivere una vita da deportato, come la definisce lui, costringendo anche la propria famiglia a farlo, porta ad una sofferenza che non si riesce, penso, mai a superare. Per questo vedere che altri, come Saviano, possano avere un’attenzione maggiore, una visibilità di milioni di spettatori, possa apparire come un pessimo scherzo del destino, per chi, invece, è difficile anche solo mandare i propri figli a scuola. Forse noi siamo superficiali mentre accomuniamo le esperienze di Saviano e di Pino, e di tutti coloro che lottano contro le mafie. Ma io faccio parte del popolo italiano ignorante, che ha bisogno di imparare gradualmente, come alle elementari studiamo storia in maniera più blanda, e via via sempre più approfondita fino all’università. Sta poi alla volontà di ciascuno, di avere informazioni più precise e andare a scavare nell’argomento. Certo è, che se non partiamo dalle elementari, non possiamo diventare professori all’università.