Pino Masciari, ha scritto una lettera a Roberto Galullo (giornalista del Sole24Ore e Radio24) per dare seguito al dibattito che il 30 dicembre ha avviato sul futuro della Calabria “senza calabresi” sul blog del Sole24Ore: Guardie o ladri.
Un dibattito che sta avendo una vasta eco e che vi invitiamo a seguire interamente. Hanno risposto in molti alla provocazione di Galullo, chi commentando sul suo blog, chi inviando una lettera.
Negli ultimi giorni sono stati pubblicati gli interventi dell’on. Lo Moro e del sen. De Sena ed oggi quello di Pino Masciari.
IL TESTO DELLA LETTERA:
Caro Roberto,
anche se comprendo le tue parole, non posso condividere quanto da te scritto. Se la Calabria è arrivata a questo punto è perché non c’è stata la forza e la volontà di cambiare, la politica in questo ha numerosissime colpe, è rimasta sempre lontana dai calabresi e ha sfruttato tutto ciò che poteva per i propri interessi. Molti miei conterranei sono emigrati, fuggiti altrove in cerca di maggior fortuna, portando economia e ricchezze in altri luoghi.
Chi deve andarsene dalla Calabria sono i calabresi “marci” e non quelli come me, che hanno fatto e fanno di tutto per difendere la propria terra, anche a costo della vita. Io sono calabrese e amo la mia Calabria e come me ci sono altre persone.
Apprezzo profondamente il tuo lavoro quotidiano, oggi però mi trovo a darti torto. Non prendertela e cerca di capirmi: ho passato gli ultimi 15 anni della mia vita, forse gli anni migliori, a lottare contro mostri inimmaginabili insieme alla mia famiglia.
Ho denunciato gli ‘ndranghetisti e tutti coloro che erano collusi. Ho fatto nomi e cognomi, ho subito attentati, minacce e quant’altro ma non ho desistito, nemmeno per un secondo. L’ ho fatto come un atto normale, un dovere civico e mai avrei potuto immaginare ciò che mi aspettava.