Ehi caro Pino, passavo di qua, che combinazione.
E allora vuoi non scrivere due righe per dirti che ti mando un pensiero affettuoso e forte, prima di andare a dormire?
sogni sereni caro Amico, sogni sereni carissima famiglia Masciari.
Ma che smetta di essere un sogno la Vostra sicurezza, e diventi realtà. Non è un desiderio, è un diritto. Non è un favore quello che chiedete, ma qualcosa che vi spetta con la granitica certezza di sentenze che l’han messo nero su bianco.
Sono con Voi, con tutto il cuore.
Riccardo
Ieri c’ero, assieme ad Emilio.
Una giornata intera con Pino.
Le Castella,meraviglioso centro turistico calabrese, della mia Calabria, ma anche al centro di un territorio martoriato dalla ndrangheta.
Le emozioni sono state fortissime sin dal viaggio. Percorrere la piana di Crotone immersa nei suoi brandelli di storia, di cui oramai non c’è più traccia, è come far visita ad un malato teminale. Per me è un malato importante, è la mia terra, e dunque è come un familiare o un caro amico che sta morendo, non riesci a dirgli nulla…
Una mattinata allegrissima, fino al pranzo, con Pino, che non rivedevo dalla manifestazione a Palermo dello scorso luglio.
Lui è sempre così, un amico allegro, uno di quelli che anima la compagnia, che abbraccia e fa amicizia con tutti… scherziamo sull’ambiente, sul vino di Cirò, il pesce alla griglia…
Quando sale sul palco assieme agli altri ospiti della tavola rotonda provo un’emozione forte. Lo guardo con orgoglio, girandomi verso la platea come per dire “io sono amica di Pino Masciari”, di più, sono come una parente per lui,un piccolo legame con la sua terra.
Il suo turno viene dopo quello di Suor Carolina Iavazzo, che fu collaboratrice di don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio di Palermo, testimone dello straordinario operato di quell’uomo mandato da Dio per strappare la sua gente alla mafia.
Pino si alza in piedi, dice come sempre che da seduto non riesce a parlare. Allora, i vescovi, lo fanno accomodare al legio, come se fosse l’ospite d’onore. Ma è più che altro la curiosità di conoscerlo che spinge tutti ad un’attenzione straordinaria verso di lui. Si, è così. In Calabria nessuno o pochi, troppo pochi, conoscono la sua storia. Eppure l’Italia intera la conosce…
Le sue parole sono forti come sempre, riassume la sua vita da carcerato
di Stato, carcerato perchè onesto, il suo inferno per la mancanza di sicurezza per se e per la sua famiglia. Il distacco dolorosissimo dalla sua terra e dal suo lavoro. Il distacco da parte di chi, poi, non lo ha più cercato…La Calabria che si è scordata di lui. L’addio a sua madre, che gli dice di essere stata fiera d’aver avuto un figlio così. I suoi sensi di colpa… Il dolore disperato dettato dalla paura che il suo gesto, il suo sacrificio non serva per risvegliare e riscattare questa terra, la nostra terra, mia e di Pino, l’amore che ci accomuna, la Calabria. L’onestà, l’amore per il suo lavoro, che lo Stato non gli ha permesso più di fare, perchè con le sue testimonianze è andato oltre, non s’è fermato al racket ed al pizzo…
Le sue lacrime abbondanti stupiscono tutti, ha tirato fuori il suo cuore e tutto ciò che si porta dentro da 12 anni, e che quì in Calabria, davanti ad una platea istituzionale così importante, non era riuscito a dire… Empaticamente piango con lui. Un sacerdote seduto accanto a me, tira su col naso, s’inginocchia, e prega. Mi guardo intorno…piangono tutti.
Dopo il suo intervento scoppia l’applauso. La prima ad alzarsi in piedi non sono io, ma una signora anziana seduta davanti a me. Mi giro ed alle mei spalle scopro che uno per uno si alzano tutti. Sacerdoti, laici, persone che per tutta la giornata avevano ascoltato gli interventi con estrema compostezza, applaudono il mio Pino, ora, con forza, orgoglio, dignità… siamo con te. Siamo fieri di te. Noi calabresi, siamo fieri si te. Lo sono i vescovi, i sacerdti, i laici, gli uomini e le donne che fanno finta di non vedere e non sentire ciò che avviene in Calabria. Ma ora sono pronti a seguirti….
Alla fine dell’incontro, l’assalto. Tutti vogliono restare in contatto con lui. Lo vogliono nelle scuole, nei posti che contano, perchè la tua testimonianza ci serve. E’ nostra. Ci appartiene, la vogliamo. La rivogliamo. Dopo anni di silenzio, la rivogliamo. Perchè è un’ancora di salvezza, per noi. Ci indichi la via per uscire dal buio di una vita che ci soffoca, in Calabria. Tu sei il nostro pioniere, Pino. Il nostro esempio migliore. Perchè tu potevi scegliere di vivere tranquillamente facendo campare a tue spese il sistema… non lo hai fatto, per amore. Amore per il tuo lavoro, per la tua terra, per la giustizia e l’onestà.
Ieri ti chiedevi in lacrime se n’è valsa la pena far compiere questo enorme sacrificio alla tua famiglia, che quì n Calabria ha lasciato per sempre gli affetti e le radici, e la possibilità di avere una vita normale. Io ti doco, Pino, che ci sono uomini che vengono al mondo per compiere una missione, che spinti da una forte vocazione che li porta a superare se stessi, sentono di dover vivere per lasciare un segno profondissimo. Io oggi ti dico grazie, perchè senza il tuo esempio, senza la tua scelta, io, e con me tanti giovani, tante donne e tanti uomini figli di questa terra, non avremmo una speranza alla quale aggrapparci. Non vedremmo la via d’uscita da questo buio tunnel.
Carissima Anna, leggiamo con emozione quanto hai scritto.
Grazie per aver accompagnato Pino in questa giornata e per averci trasmesso i sentimenti che l’incontro e le parole di Pino hanno saputo suscitatare. Mi auguro davvero che la Calabria “difenda e rivendichi” l’esperienza e la forza etica di Pino e Marisa Masciari: sarebbe anche questo, soprattutto questo, il segnale forrte della volontà di liberarsi dalla schiavitù delle mafie e dei collusi e riassaporare “il fresco profumo della libertà”
Un abbraccio a Te e a presto….
A Pino vorrei dire che la strada intrapresa è lunga, dolorosa e non sappiamo quando arriverà la meta. Lui per primo , insieme a Marisa , ha scelto di essere e rimanere onesto. Noi che conosciamo la loro storia e vogliamo seguire lo stesso cammino saremo al loro fianco, certi che quella è la via giusta per ri-costruire , tutti insieme, un paese in cui valga la pena di vivere. Ricordo la prima volta che ho udito una frase di Pino, bella e forte,in una sala gremita di giovani studenti: “Riprendiamoci la nostra vita, perchè lo Stato siamo noi !” .
Lo Stato , un paese in cui valga la pena di vivere è un paese orgoglioso dei suoi figli migliori, Pino e Marisa Masciari sono fra loro, è un paese nel quale i valori che Pino e Marisa professano quotidianamente , l’onestà , l’osservanza delle Leggi , il rispetto per le Istituzioni, tornino ad essere valori fondamentali,riconosciuti e premiati.
Questa è la strada per arginare la barbarie e il degrado del nostro paese e che riguarda tutti i campi, sino addirittura ad offuscare gli uomini delle più alte Istituzioni.
Un degrado tale che vi si assiste con sbigottimento, quasi con rassegnazione, laddove non vi è addirittura complicità. Pino e Marisa Masciari, denunciando il sistema criminoso di cui Pino era vittima, hanno deciso, già molti anni orsono, di non essere complici a tutto questo.
Molti sono coloro che , ascoltando e conoscendo la loro storia hanno deciso di stare al loro fianco. Mi auguro che i calabresi che hanno udito le parole di Pino Masciari ieri, nel Convegno della Conferenza Episcopale interroghino le loro coscienze e tramutino in fatti e azioni concreti le emozioni provate.
Rileggo le parole che ha scritto a proposito Anna Rita: un appello alla Calabria stessa affinchè l’esempio e la figura di Pino Masciari (…) ci aiuti ad uscire da un buio che ci soffoca”
“Se ti indigni ti impegni”. Impegniamoci!
a Pino , a Marisa , ad Ottavia e a Francesco un abbraccio e a loro il “grazie!” più grande…tutti insieme al vostro fianco
Arturo Francesco Masciari
Bellissimi resoconti e video…vedervi insieme fa ben sperare, uno squarcio di Calabria coraggiosa, amorevole e preziosa. Un abbraccio a te ed Emilio, nonchè ai ns splendidi Masciari! 🙂
i miei genitori sono stati alla conferenza episcopale calabra e mia madre mi ha parlato per tutto il giorno di pino masciari. sono tremendamente mortificata di conoscere una persona di questa taratura e con un tale culto alla legalità solo ora, sono mortificata perchè da calabrese questo tipo di persone li dovremmo conoscere come se fossero nosri fratelli. non ho mai ascoltato una testimonianza tanto forte e sentita, una testimonianza da pelle d’oca. ho diciassette anni, e da tempo che provo a parlare con i miei coetanei di questi temi scottanti, che mi fanno crescere una tale rabbia dentro da farmi morire ogni volta. ma le mie parole sbattono contro una cortina di silenzio, mi ritornano indietro con la pesantezza di uno schiaffo. alcune volte penso sia inutile continuare a parlare, a lanciare queste bombe di parole nella speranza che scoppino e portino ad una scossa fra le coscenze. poi arrivo a conoscere gente come pino masciari, e mi dico che posso creare anche io la mia fetta di giustizia. grazie per esser padre giusto di questa terra pino.
un abbraccio con il cuore
Chiara
Per Chiara.
Cara Chiara,mi permetto di darti del Tu visto la tua età. La tua lettera e le tue parole dimostrano quanto sia importante conoscere le storie di uomini come Pino Masciari.
Tante volte i discorsi che ascoltiamo su un tema cruciale come quello della lotta alle mafie giungono da personaggi tali da risultare poco credibili, stonate, false addirittura. Quando si ascoltano le parole di Pino Masciari, quelle parole invece non lasciano indifferenti perchè sono pronunciate da un uomo che la lotta alla mafia l’ha condotta in prima persona e sino in fondo, rinunciand ad una vita agiata ed una attività fiorente, lui e sua moglie Marisa, pur di rimanere onesto e non cedere ai ricatti delle mafie e dei collusi.
Chiara ha vissuto l’esperienza simile a quella di tanti altri ragazzi che Pino ha incontrato negli ultimi due anni nei suoi numerosi incontri con le scolaresche o nei dibattiti pubblici a cui ha preso parte. In molti di quei ragazzi le parole di Pino lasciano sensazioni forti, emozioni che portano ad avvicinarsi a problemi grandi e importanti come quello della Legalità.
Mi piacerebbe dire a Chiara che la sensibilità che Lei dimostra di sentire verso i problemi della Calabria e della Legalità è uno dei motivi che ha spinto Pino Masciari ad uscire “allo scoperto”, dopo lunghi anni di solitudine in quello che Lui stesso definisce spesso “esilio”. Pino Masciari aveva capito che la sua storia poteva aiutare molti a prendere coscienza del problema delle mafie e dei collusi.
Mi auguro che Chiara continui a seguire le vicende di Pino Masciari e continui a credere nei valori in cui, anche Lei, mostra di riconoscersi. Il fatto che Chiara sia una giovanissima ragazzina calabrese dà speranza che fra le nuove generazioni avvengano quei cambiamenti di mentalità e di crescita culturale che portino all’emarginazione dei mafiosi già all’interno delle stesse comunità: si deve comprendere che certi comportamenti e certi personaggi non sono motivo di cui essere orgogliosi o ancor peggio “esempi” da imitare.
E’ una lotta dura e lunga , come sa bene Chiara che già si scontra con l’indifferenza dei suoi coetanei. Del resto sono gli stessi atteggiamenti che si ritrovano nel mondo degli adulti, con l’aggravante che fra gli adulti addirittura spesso l’indifferenza serve a nascondere la complicità ad un sistema che, insieme alla mala-politica, domina certe regioni del nostro paese.
Non sentirti sola, cara Chiara: siamo molti a credere nelle stesse cose, negli stessi valori, in cui credi Tu. E crediamo, ne siamo certi, che molti dei problemi della Calabria e del nostro paese siano originati proprio dal degrado morale che vediamo intorno a noi. Ma se ci impegniamo davvero, insieme possiamo contribuire a far cambiare le cose.
Un saluto a Chiara, sperando di avere l’occasione di leggere ancora le sue parole e le sue emozioni.
E un abbraccio a Pino, a Marisa, ad Ottavia e a Francesco
Arturo Francesco Masciari
Chiara, è bello sentirti parlare così.
So che ci sono, sparsi per la Calabria, molti giovani come te che alle loro domande ed alla loro voglia di capire, e crescere, e cambiare la loro terra, non trovano risposte. Non trovano nessuno che dia loro attenzione. Eppure, noi che parliamo tanto di ciò che non va in questa terra, noi che critichiamo con efferatezza l’omertà ed il silenzio della nostra gente, e l’assuefazione, non abbiamo nè il coraggio, nè la voglia e neanche il tempo di raccogliere appelli accorati come i tuoi che invece sono una speranza, una forte speranza per il futuro.
Io ti invito a lasciare il tuo indirizzo email, o a scrivermi al mio, così ti metterò in contatto con gli amici di Pino Masciari, se ti va.
Voglio portarti con me per offrirti una speranza, e perchè tu sia la mia….
Ti abbraccio. Una calabrese come te.
Anna Rita Sarro
credo in dio, ma credo anche che certe volte, certi istinti, certe vocine che sentiamo dentro non siano frutto del puro caso. oggi non ho passato una bella giornata, oggi ho visto a chiare lettere a scuola la legge del più forte sul più debole. mi sono sentita un nulla, h capito cosa prova una formichina quando vede i piedi di un uomo sul punto di calpestarlo. magari qualcuno riderà leggendo questo mio commento, ma vi assicuro che non è una bella sensazione. mi sono attaccata al computer, così, di getto, e senza rendermene conto ho digitato il nome di pino masciari e sono entrata nel blog. non ho letto nei miei confronti le solite belle e vuote parole del tipo “ma che brava”, “così piccola e già ti interessi di questi temi”, frasi che mi innervosiscono perchè mi fanno sentire una bambinetta incapace di capire e nel momento in cui capice allora è circondata da stupore. no, sono state parole diverse. innanzitutto mi avete chiamato per nome. non si può immaginare la forza che ti dà sentirsi chiamare per nome, è come se si venisse scossi, si sente addosso tutta l’attenzione. e poi mi avete fatto sentire normale; non più il fenomeno da baraccone, ma parole di chi reputa normale che una ragazza, sebbene piccola, si interessi di certi argomenti. è stato strano, è stato nuovo, è stato bello. la stessa pelle d’oca che ho avuto quando ho sentito le parole di Pino l’ho avuta leggendo le vostre parole. due minuti fa volevo buttare alle ortiche il mio essere “diversa”, ora mi rendo conto che è un dono troppo prezioso. non voglio più arrendermi come ho pensato qualche minuto fa, voglio lottare, nelle piccole cose come nelle grandi. non so se capirete totalmente le mie parole, ma accettate il mio grazie sconfinato
Chiara
Ehi caro Pino, passavo di qua, che combinazione.
E allora vuoi non scrivere due righe per dirti che ti mando un pensiero affettuoso e forte, prima di andare a dormire?
sogni sereni caro Amico, sogni sereni carissima famiglia Masciari.
Ma che smetta di essere un sogno la Vostra sicurezza, e diventi realtà. Non è un desiderio, è un diritto. Non è un favore quello che chiedete, ma qualcosa che vi spetta con la granitica certezza di sentenze che l’han messo nero su bianco.
Sono con Voi, con tutto il cuore.
Riccardo
Ieri c’ero, assieme ad Emilio.
Una giornata intera con Pino.
Le Castella,meraviglioso centro turistico calabrese, della mia Calabria, ma anche al centro di un territorio martoriato dalla ndrangheta.
Le emozioni sono state fortissime sin dal viaggio. Percorrere la piana di Crotone immersa nei suoi brandelli di storia, di cui oramai non c’è più traccia, è come far visita ad un malato teminale. Per me è un malato importante, è la mia terra, e dunque è come un familiare o un caro amico che sta morendo, non riesci a dirgli nulla…
Una mattinata allegrissima, fino al pranzo, con Pino, che non rivedevo dalla manifestazione a Palermo dello scorso luglio.
Lui è sempre così, un amico allegro, uno di quelli che anima la compagnia, che abbraccia e fa amicizia con tutti… scherziamo sull’ambiente, sul vino di Cirò, il pesce alla griglia…
Quando sale sul palco assieme agli altri ospiti della tavola rotonda provo un’emozione forte. Lo guardo con orgoglio, girandomi verso la platea come per dire “io sono amica di Pino Masciari”, di più, sono come una parente per lui,un piccolo legame con la sua terra.
Il suo turno viene dopo quello di Suor Carolina Iavazzo, che fu collaboratrice di don Pino Puglisi nel quartiere Brancaccio di Palermo, testimone dello straordinario operato di quell’uomo mandato da Dio per strappare la sua gente alla mafia.
Pino si alza in piedi, dice come sempre che da seduto non riesce a parlare. Allora, i vescovi, lo fanno accomodare al legio, come se fosse l’ospite d’onore. Ma è più che altro la curiosità di conoscerlo che spinge tutti ad un’attenzione straordinaria verso di lui. Si, è così. In Calabria nessuno o pochi, troppo pochi, conoscono la sua storia. Eppure l’Italia intera la conosce…
Le sue parole sono forti come sempre, riassume la sua vita da carcerato
di Stato, carcerato perchè onesto, il suo inferno per la mancanza di sicurezza per se e per la sua famiglia. Il distacco dolorosissimo dalla sua terra e dal suo lavoro. Il distacco da parte di chi, poi, non lo ha più cercato…La Calabria che si è scordata di lui. L’addio a sua madre, che gli dice di essere stata fiera d’aver avuto un figlio così. I suoi sensi di colpa… Il dolore disperato dettato dalla paura che il suo gesto, il suo sacrificio non serva per risvegliare e riscattare questa terra, la nostra terra, mia e di Pino, l’amore che ci accomuna, la Calabria. L’onestà, l’amore per il suo lavoro, che lo Stato non gli ha permesso più di fare, perchè con le sue testimonianze è andato oltre, non s’è fermato al racket ed al pizzo…
Le sue lacrime abbondanti stupiscono tutti, ha tirato fuori il suo cuore e tutto ciò che si porta dentro da 12 anni, e che quì in Calabria, davanti ad una platea istituzionale così importante, non era riuscito a dire… Empaticamente piango con lui. Un sacerdote seduto accanto a me, tira su col naso, s’inginocchia, e prega. Mi guardo intorno…piangono tutti.
Dopo il suo intervento scoppia l’applauso. La prima ad alzarsi in piedi non sono io, ma una signora anziana seduta davanti a me. Mi giro ed alle mei spalle scopro che uno per uno si alzano tutti. Sacerdoti, laici, persone che per tutta la giornata avevano ascoltato gli interventi con estrema compostezza, applaudono il mio Pino, ora, con forza, orgoglio, dignità… siamo con te. Siamo fieri di te. Noi calabresi, siamo fieri si te. Lo sono i vescovi, i sacerdti, i laici, gli uomini e le donne che fanno finta di non vedere e non sentire ciò che avviene in Calabria. Ma ora sono pronti a seguirti….
Alla fine dell’incontro, l’assalto. Tutti vogliono restare in contatto con lui. Lo vogliono nelle scuole, nei posti che contano, perchè la tua testimonianza ci serve. E’ nostra. Ci appartiene, la vogliamo. La rivogliamo. Dopo anni di silenzio, la rivogliamo. Perchè è un’ancora di salvezza, per noi. Ci indichi la via per uscire dal buio di una vita che ci soffoca, in Calabria. Tu sei il nostro pioniere, Pino. Il nostro esempio migliore. Perchè tu potevi scegliere di vivere tranquillamente facendo campare a tue spese il sistema… non lo hai fatto, per amore. Amore per il tuo lavoro, per la tua terra, per la giustizia e l’onestà.
Ieri ti chiedevi in lacrime se n’è valsa la pena far compiere questo enorme sacrificio alla tua famiglia, che quì n Calabria ha lasciato per sempre gli affetti e le radici, e la possibilità di avere una vita normale. Io ti doco, Pino, che ci sono uomini che vengono al mondo per compiere una missione, che spinti da una forte vocazione che li porta a superare se stessi, sentono di dover vivere per lasciare un segno profondissimo. Io oggi ti dico grazie, perchè senza il tuo esempio, senza la tua scelta, io, e con me tanti giovani, tante donne e tanti uomini figli di questa terra, non avremmo una speranza alla quale aggrapparci. Non vedremmo la via d’uscita da questo buio tunnel.
Grazie, con tutto l’amore che posso, grazie.
Anna Rita
Grazie, Anna Rita. E un saluto affettuoso alla nostra àncora di salvezza..
http://emiliogrimaldi.blogspot.com/2009/10/la-comunione-e-antimafia.html
Carissima Anna, leggiamo con emozione quanto hai scritto.
Grazie per aver accompagnato Pino in questa giornata e per averci trasmesso i sentimenti che l’incontro e le parole di Pino hanno saputo suscitatare. Mi auguro davvero che la Calabria “difenda e rivendichi” l’esperienza e la forza etica di Pino e Marisa Masciari: sarebbe anche questo, soprattutto questo, il segnale forrte della volontà di liberarsi dalla schiavitù delle mafie e dei collusi e riassaporare “il fresco profumo della libertà”
Un abbraccio a Te e a presto….
A Pino vorrei dire che la strada intrapresa è lunga, dolorosa e non sappiamo quando arriverà la meta. Lui per primo , insieme a Marisa , ha scelto di essere e rimanere onesto. Noi che conosciamo la loro storia e vogliamo seguire lo stesso cammino saremo al loro fianco, certi che quella è la via giusta per ri-costruire , tutti insieme, un paese in cui valga la pena di vivere. Ricordo la prima volta che ho udito una frase di Pino, bella e forte,in una sala gremita di giovani studenti: “Riprendiamoci la nostra vita, perchè lo Stato siamo noi !” .
Lo Stato , un paese in cui valga la pena di vivere è un paese orgoglioso dei suoi figli migliori, Pino e Marisa Masciari sono fra loro, è un paese nel quale i valori che Pino e Marisa professano quotidianamente , l’onestà , l’osservanza delle Leggi , il rispetto per le Istituzioni, tornino ad essere valori fondamentali,riconosciuti e premiati.
Questa è la strada per arginare la barbarie e il degrado del nostro paese e che riguarda tutti i campi, sino addirittura ad offuscare gli uomini delle più alte Istituzioni.
Un degrado tale che vi si assiste con sbigottimento, quasi con rassegnazione, laddove non vi è addirittura complicità. Pino e Marisa Masciari, denunciando il sistema criminoso di cui Pino era vittima, hanno deciso, già molti anni orsono, di non essere complici a tutto questo.
Molti sono coloro che , ascoltando e conoscendo la loro storia hanno deciso di stare al loro fianco. Mi auguro che i calabresi che hanno udito le parole di Pino Masciari ieri, nel Convegno della Conferenza Episcopale interroghino le loro coscienze e tramutino in fatti e azioni concreti le emozioni provate.
Rileggo le parole che ha scritto a proposito Anna Rita: un appello alla Calabria stessa affinchè l’esempio e la figura di Pino Masciari (…) ci aiuti ad uscire da un buio che ci soffoca”
“Se ti indigni ti impegni”. Impegniamoci!
a Pino , a Marisa , ad Ottavia e a Francesco un abbraccio e a loro il “grazie!” più grande…tutti insieme al vostro fianco
Arturo Francesco Masciari
Bellissimi resoconti e video…vedervi insieme fa ben sperare, uno squarcio di Calabria coraggiosa, amorevole e preziosa. Un abbraccio a te ed Emilio, nonchè ai ns splendidi Masciari! 🙂
i miei genitori sono stati alla conferenza episcopale calabra e mia madre mi ha parlato per tutto il giorno di pino masciari. sono tremendamente mortificata di conoscere una persona di questa taratura e con un tale culto alla legalità solo ora, sono mortificata perchè da calabrese questo tipo di persone li dovremmo conoscere come se fossero nosri fratelli. non ho mai ascoltato una testimonianza tanto forte e sentita, una testimonianza da pelle d’oca. ho diciassette anni, e da tempo che provo a parlare con i miei coetanei di questi temi scottanti, che mi fanno crescere una tale rabbia dentro da farmi morire ogni volta. ma le mie parole sbattono contro una cortina di silenzio, mi ritornano indietro con la pesantezza di uno schiaffo. alcune volte penso sia inutile continuare a parlare, a lanciare queste bombe di parole nella speranza che scoppino e portino ad una scossa fra le coscenze. poi arrivo a conoscere gente come pino masciari, e mi dico che posso creare anche io la mia fetta di giustizia. grazie per esser padre giusto di questa terra pino.
un abbraccio con il cuore
Chiara
Per Chiara.
Cara Chiara,mi permetto di darti del Tu visto la tua età. La tua lettera e le tue parole dimostrano quanto sia importante conoscere le storie di uomini come Pino Masciari.
Tante volte i discorsi che ascoltiamo su un tema cruciale come quello della lotta alle mafie giungono da personaggi tali da risultare poco credibili, stonate, false addirittura. Quando si ascoltano le parole di Pino Masciari, quelle parole invece non lasciano indifferenti perchè sono pronunciate da un uomo che la lotta alla mafia l’ha condotta in prima persona e sino in fondo, rinunciand ad una vita agiata ed una attività fiorente, lui e sua moglie Marisa, pur di rimanere onesto e non cedere ai ricatti delle mafie e dei collusi.
Chiara ha vissuto l’esperienza simile a quella di tanti altri ragazzi che Pino ha incontrato negli ultimi due anni nei suoi numerosi incontri con le scolaresche o nei dibattiti pubblici a cui ha preso parte. In molti di quei ragazzi le parole di Pino lasciano sensazioni forti, emozioni che portano ad avvicinarsi a problemi grandi e importanti come quello della Legalità.
Mi piacerebbe dire a Chiara che la sensibilità che Lei dimostra di sentire verso i problemi della Calabria e della Legalità è uno dei motivi che ha spinto Pino Masciari ad uscire “allo scoperto”, dopo lunghi anni di solitudine in quello che Lui stesso definisce spesso “esilio”. Pino Masciari aveva capito che la sua storia poteva aiutare molti a prendere coscienza del problema delle mafie e dei collusi.
Mi auguro che Chiara continui a seguire le vicende di Pino Masciari e continui a credere nei valori in cui, anche Lei, mostra di riconoscersi. Il fatto che Chiara sia una giovanissima ragazzina calabrese dà speranza che fra le nuove generazioni avvengano quei cambiamenti di mentalità e di crescita culturale che portino all’emarginazione dei mafiosi già all’interno delle stesse comunità: si deve comprendere che certi comportamenti e certi personaggi non sono motivo di cui essere orgogliosi o ancor peggio “esempi” da imitare.
E’ una lotta dura e lunga , come sa bene Chiara che già si scontra con l’indifferenza dei suoi coetanei. Del resto sono gli stessi atteggiamenti che si ritrovano nel mondo degli adulti, con l’aggravante che fra gli adulti addirittura spesso l’indifferenza serve a nascondere la complicità ad un sistema che, insieme alla mala-politica, domina certe regioni del nostro paese.
Non sentirti sola, cara Chiara: siamo molti a credere nelle stesse cose, negli stessi valori, in cui credi Tu. E crediamo, ne siamo certi, che molti dei problemi della Calabria e del nostro paese siano originati proprio dal degrado morale che vediamo intorno a noi. Ma se ci impegniamo davvero, insieme possiamo contribuire a far cambiare le cose.
Un saluto a Chiara, sperando di avere l’occasione di leggere ancora le sue parole e le sue emozioni.
E un abbraccio a Pino, a Marisa, ad Ottavia e a Francesco
Arturo Francesco Masciari
Chiara, è bello sentirti parlare così.
So che ci sono, sparsi per la Calabria, molti giovani come te che alle loro domande ed alla loro voglia di capire, e crescere, e cambiare la loro terra, non trovano risposte. Non trovano nessuno che dia loro attenzione. Eppure, noi che parliamo tanto di ciò che non va in questa terra, noi che critichiamo con efferatezza l’omertà ed il silenzio della nostra gente, e l’assuefazione, non abbiamo nè il coraggio, nè la voglia e neanche il tempo di raccogliere appelli accorati come i tuoi che invece sono una speranza, una forte speranza per il futuro.
Io ti invito a lasciare il tuo indirizzo email, o a scrivermi al mio, così ti metterò in contatto con gli amici di Pino Masciari, se ti va.
Voglio portarti con me per offrirti una speranza, e perchè tu sia la mia….
Ti abbraccio. Una calabrese come te.
Anna Rita Sarro
annaritasarro@tiscali.it
credo in dio, ma credo anche che certe volte, certi istinti, certe vocine che sentiamo dentro non siano frutto del puro caso. oggi non ho passato una bella giornata, oggi ho visto a chiare lettere a scuola la legge del più forte sul più debole. mi sono sentita un nulla, h capito cosa prova una formichina quando vede i piedi di un uomo sul punto di calpestarlo. magari qualcuno riderà leggendo questo mio commento, ma vi assicuro che non è una bella sensazione. mi sono attaccata al computer, così, di getto, e senza rendermene conto ho digitato il nome di pino masciari e sono entrata nel blog. non ho letto nei miei confronti le solite belle e vuote parole del tipo “ma che brava”, “così piccola e già ti interessi di questi temi”, frasi che mi innervosiscono perchè mi fanno sentire una bambinetta incapace di capire e nel momento in cui capice allora è circondata da stupore. no, sono state parole diverse. innanzitutto mi avete chiamato per nome. non si può immaginare la forza che ti dà sentirsi chiamare per nome, è come se si venisse scossi, si sente addosso tutta l’attenzione. e poi mi avete fatto sentire normale; non più il fenomeno da baraccone, ma parole di chi reputa normale che una ragazza, sebbene piccola, si interessi di certi argomenti. è stato strano, è stato nuovo, è stato bello. la stessa pelle d’oca che ho avuto quando ho sentito le parole di Pino l’ho avuta leggendo le vostre parole. due minuti fa volevo buttare alle ortiche il mio essere “diversa”, ora mi rendo conto che è un dono troppo prezioso. non voglio più arrendermi come ho pensato qualche minuto fa, voglio lottare, nelle piccole cose come nelle grandi. non so se capirete totalmente le mie parole, ma accettate il mio grazie sconfinato
Chiara